Recensione Peaky Blinders: The King’s Ransom

Peaky Blinders: The King’s Ransom

7.8 out of 10
Pro L'atmosfera che si respira è esattamente quella della serie TV | La trama è interessante | Il doppiaggio, solo in inglese, con gli attori originali della serie | Contro Gunplay decisamente sottotono | IA dei nemici da rivedere | modelli poligonali dei nemici tutti uguali tra loro | In breve Peaky Blinders: The King’s Ransom fa quel che può per offririci una rappresentazione realistica e credibile della Birmingham dominata dagli Shelby. Il lavoro svolto dai Maze Studios è encomiabile sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista artistico, ed oggettivamente era davvero difficile fare di meglio considerando la piattaforma di riferimento. Il titolo si fa inoltre apprezzare per la trama accattivante, ma proprio dove avrebbe potuto brillare, ovvero nel gunplay, si perde un po’ con scelte discutibili e una realizzazione non in linea con tutto il resto. In definitiva è un gioco che vale la pena recuperare soprattutto se siete fan della serie, in questo caso avrete l’occasione unica di conoscere di persona il carismatico ed inquietante Thomas Shelby.

Peaky Blinders The King’s Ransom era uno dei titoli più attesi del 2023 su piattaforma Quest 2 e Pico e, dopo averlo provato a fondo, siamo ora pronti a dirvi se l’hype era giustificato o meno.

Sviluppato da Maze Studios, già autori di un altro tie – in,  Doctor Who: The Edge of Time – il titolo attinge ad una delle più importanti IP dei BBC studios, oramai terminata con la sesta stagione (ma sono già in programma alcuni spin-off) e allo stesso tempo uno dei prodotti più amati dal pubblico mondiale, per lo straordinario carisma dei suoi personaggi, uno su tutti Tommy Shelby/Cillian Murphy, attore feticcio di Christofer Nolan.

La trama

In Peaky Blinders: The King’s Ransom vivremo in prima persona una storia ambientata a cavallo tra la quarta e la quinta stagione, impersonando un nuovo personaggio, tale Sam, appena tornato dalla grande guerra con una accusa pesantissima, quella di essere un disertore. La prima guerra mondiale, nonostante la vittoria finale degli alleati, ha generato nel paese una gravissima crisi economica (che sfocerà poi nella Grande Depressione degli anni successivi) e soprattutto favorito il sorgere di gruppi rivoluzionari di matrice comunista/bolscevica come i Winter’s Children.  

In condizioni come queste, l’onta del disonore impedirebbe a chiunque di avere una possibilità ma il nostro Sam ha qualche santo in paradiso e si dà il caso che Arthur e Thomas abbiano proprio bisogno di un volto nuovo con capacità militari a cui affidare una missione decisamente importante: recuperare la celeberrima Red Box di sir Winston Churchill, una valigetta governativa contenente informazioni strettamente confidenziali, misteriosamente scomparsa dall’abitazione dell’allora ministro degli armamenti.  

L’aspetto narrativo di Peaky Blinders The King’s Ransom è uno degli aspetti meglio riusciti della produzione Maze Studios. La trama narrata dagli NPC, ma soprattutto dalla miriade di documenti disseminati in giro per la mappa, è infatti piuttosto avvincente anche per chi conosce poco o nulla della serie originale. Il merito va anche e soprattutto alla recitazione dei personaggi. Il cast è infatti composto principalmente dai doppiatori originali della serie britannica, ed in particolare quindi riascolteremo gli attori Cillian Murphy e Paul Anderson nei loro ruoli di Thomas e Arthur Shelby recitare in un perfetto slang di Birmingham.

Il fatto che il gioco quindi non sia doppiato in italiano, per quanto renda più difficile la fruizione all’utenza italiana, è da considerarsi un vantaggio, proprio grazie al calibro degli attori che hanno prestato la propria voce.

Con riferimento ai sottotitoli comunque, questi sono ben gestiti e molto chiari, anche se, comparendo come vignette sopra al personaggio che sta parlando in quel momento, si rischia di perdersi qualcosa se si è indaffarati in altre cose.

Quanto alla longevità, invece, purtroppo il gioco vi terrà impegnati appena 4-5 ore, un tempo in linea con altre produzioni per la VR ma sicuramente troppo poco considerando il recente arrivo di esperienze molto più longeve.

Il gameplay

Il gameplay nelle fasi iniziali è incentrato sulla raccolta di informazioni e sulla risoluzione di piccoli puzzle ambientali. Senza andare troppo nello specifico su eventi che verranno narrati nel corso della vostra run, dovremo guadagnarci la fiducia di Tommy e dei Peaky Blinders e quindi ci verrà chiesto ad esempio di interrogare una “spia”, scegliendo se poi finirlo con un colpo di pistola o lasciarlo in vita; di disattivare una serie di bombe piazzate dai Winter’s Children o di spegnere un incendio al pub The Garrison.  Le scelte da noi compiute in determinate circostanze potranno influenzare alcuni dei dialoghi, ma non porteranno mai a biforcazioni narrative. Anzi il gioco è in questo senso anche fin troppo lineare.

Più avanti ci sarà la possibilità di un po’ di azione e vi troverete a sparare a destra e a manca con la vostra pistola o a lanciare molotoff come se non ci fosse un domani. Il gunplay è però paradossalmente uno degli aspetti meno convincenti della produzione.

L’impostazione è sicuramente piuttosto arcade; sebbene sia presente la ricarica manuale, minimo sindacale per un gioco VR, mancano tuttavia alcuni elementi fondamentali. Ad esempio nel gioco è impossibile conservare munizioni e dovremo accontentarci di raccoglierle su casse, per strada, insomma alla bisogna, il che se all’inizio ha anche un senso, più avanti nel gioco non ne ha assolutamente alcuno. Questa scelta di game design, e tanto più incomprensibile se si considera che il gioco ha anche un ottimo sistema di inventario, gestibile attraverso una sorta di diario richiamabile dalla spalla sinistra, dove potrete conservare i documenti raccolti e gli altri oggetti utili alla missione così come i collezionabili, i tarocchi, la mappa, ecc.  

Altro elemento alquanto bizzarro, soprattutto se si considera l’eccellente lavoro fatto con le ambientazioni, di cui però diremo più avanti, riguarda l’IA dei nemici e la loro varietà. Sostanzialmente lo stesso modello poligonale è stato utilizzato più e più volte e tutti i nemici sono stati dotati della stessa stupida IA. I nemici in sostanza restano fermi nella loro posizione, magari riparandosi dietro una casa, in attesa delle vostre pallottole.

Comparto tecnico

Peaky Blinder’s The King’s Ransom svolge un ruolo davvero eccellente nel ricreare le ambientazioni della serie TV e la Birmingham degli anni 20. Ripercorrendone le strade affumicate, i fan della serie avranno la possibilità di riconoscere alcuni luoghi celebri della serie, come il botteghino delle scommesse degli Shelby, il The Garrison Pub o il Charlie’s Yard e, sebbene la conta poligonale e le texture non siano ultra dettagliate, l’atmosfera generale è quanto mai azzeccata, esaltata com’è dalla colonna sonora originale tratta di peso dalla serie tv.

Dal punto di vista tecnico anzi, c’è ben poco da eccepire. Maze Studio ha forse compiuto un piccolo miracolo  considerate le limitate prestazioni del visore di Meta. Troverete infatti decine di elementi con cui interagire, addirittura molti di più di quelli visti in produzioni tripla A recentemente comparse sui visori della concorrenza, strade ed effetti particellari realistici, animazioni non perfette, ma comunque accettabili se si considera l’hardware su cui stanno girando.

Opzioni Comfort: Peaky Bliders: The King’s Ransom offre semplici ma efficaci opzioni comfort.
Teletrasporto: Si. Lampo e a scorrimento;
Rotazione: A scatto con selettore di angolo di rotazione o continua;
Vignettatura: Attivabile o disattivabile dalle opzioni.

Commento finale.

Peaky Blinders: The King’s Ransom fa quel che può per offririci una rappresentazione realistica e credibile della Birmingham dominata dagli Shelby. Il lavoro svolto dai Maze Studios è encomiabile sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista artistico, ed oggettivamente era davvero difficile fare di meglio considerando la piattaforma di riferimento. Il titolo si fa inoltre apprezzare per la trama accattivante, ma proprio dove avrebbe potuto brillare, ovvero nel gunplay, si perde un po’ con scelte discutibili e una realizzazione non in linea con tutto il resto. In definitiva è un gioco che vale la pena recuperare soprattutto se siete fan della serie, in questo caso avrete l’occasione unica di conoscere di persona il carismatico ed inquietante Thomas Shelby.

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