Moss
Il miglior gioco per scoprire la VR.
Versione testata: Oculus Rift S/Oculus Quest (con Oculus Link)
Moss è un manifesto della VR, un titolo che vi farà innamorare della realtà virtuale e riscoprire l’emozione di videogiocare trasportandovi in una dimensione fiabesca che, a distanza di tempo, non riuscirete facilmente a dimenticare. Volevamo iniziare questa recensione così, con un proclama chiarissimo che mettesse subito le cose in chiaro; perché l’esperienza con Moss, seppure non lunghissima, vi aprirà letteralmente ad un nuovo mondo, quello della VR, sicuramente ancora acerbo ma che sa regalare perle come questo titolo, letteralmente inimmaginabili per un videogame tradizionale. E ora possiamo anche cominciare.
C’era una volta
Avete presente i libri pop-up che tanto andavano di moda quando eravamo piccini? Quei meravigliosi libri di fiabe con la copertina rigida, magnificamente illustrati con disegni ad acquerello e lettering d’orate, da cui, una volta aperti, saltavano fuori folletti, giganti, castelli e fate; quei libri capaci, con un po’ di fantasia, di trasportarti in mondi lontani ed incantati, così realistici da sembrarti veri. Ecco, questa è stata la mia prima impressione con Moss ma amplificata per cento, perché stavolta, in quel mondo incantato ci entrerete davvero.
Moss racconta l’avventura di Quill, una topina che un giorno ritrova nella foresta un cristallo luccicante. Proprio questo strano ritrovamento consentirà a voi, “il lettore”, di entrare in contatto con il mondo di Moss e darà inizio alla serie di eventi che vi vedranno protagonisti. Con l’intento di fermare l’oscuro ed imminente male che minaccia il mondo pacifico in cui vive la nostra Quill, personificato in un terribile serpente, lo zio della nostra eroina si mette in viaggio per affrontare il mostro da solo. Ma quando le notizie di suo zio si perdono, Quill capisce che solo lei ha il potere di affrontare il viaggio, perché è lei l’unica ad avere un legame con il cristallo e con voi. L’avventura, proprio come se si trattasse di una fiaba viene raccontata da una voce narrante mentre si sfogliano le pagine di un libro “interattivo” seduti in una location che ricorda incredibilmente la “sala grande” di Hogwarts. Voi, il lettore, impersonerete una entità esterna, quasi divina, che può essere avvertita ma non vista dagli abitanti di Moss e proprio grazie a queste vostre abilità sarete in grado di aiutare Quill nel difficile compito che l’attende.
Un gameplay simbiotico
Moss è un puzzle platform nel quale sono integrate sia meccaniche in terza persona sia in prima persona. Con lo stick analogico del pad sinistro del vostro Oculus Quest, controllerete la piccola Quill che può saltare, sguainare la spada, menare fendenti come in un normale platform; la differenza sta nel fatto che la quasi totalità degli enigmi ambientali e molti degli scontri con i nemici del gioco, non potranno essere affrontati controllando la sola Quill ma richiederanno il vostro diretto intervento. I vostri pad, visibili nel mondo di gioco come due sfere luminose di colore azzurro, vi consentiranno infatti, attraverso l’uso dei grilletti e del motion control, di interagire con i nemici e con gli elementi dell’ambiente. Potrete ad esempio spostare blocchi e statue per costruire un percorso accessibile, ruotare marchingegni, tirare fuori dall’acqua piattaforme per consentire alla piccola Quill di attraversare uno stagno, o anche infastidire o bloccare i nemici mentre Quill li passa a fil di spada. E quando la collaborazione tra di voi funziona si è così soddisfatti che è davvero difficile non lasciarsi scappare una carezza sulla testolina della topina o rispondere al suo entusiasmo con un batti il cinque!
Sebbene gli enigmi ambientali non siano mai troppo complicati, occorrerà una certa dose di attenzione per scorgere dettagli, magari nascosti dalla prospettiva, che vi permetteranno di proseguire nella storia. Vi ritroverete così, a muovere la testa, ad abbassare lo sguardo, a sporgervi per individuare un dettaglio che dalla vostra posizione vi era sfuggito. Stesso discorso per quanto riguarda gli scontri con i nemici di gioco, mai troppo complicati se affrontati singolarmente, essendo sufficienti 3-4 colpi ben assestati per eliminare anche quelli più corazzati, ma in grado di trasformarsi in una bella sfida quando i nemici a schermo cominciano a spuntare da tutte le parti.
Il combat system, tuttavia, è piuttosto basico con un solo tipo di schivata e di attacco che si conclude, se ripetuto tre volte, in una unica animazione finale. Non si tratta di pigrizia del team di sviluppo però: il combat system di Moss è stato volutamente semplificato poiché l’obiettivo del gioco è costringervi a cooperare, cosa alquanto complicata se, mentre si tiene a bada un granchio sparaproiettili ci si deve ingegnare in parate e contrattacchi. Tuttavia non sottovalutate il grado di sfida offerto da Moss: bastano infatti due o tre colpi per mettere ko la piccola Quill. E’ quindi necessario muoversi continuamente ed evitare di attaccare più nemici frontalmente se non si vuole rischiare di dover ricominciare l’area da zero. Anche in questo caso, però, voi siete in grado di aiutarla; basterà infatti schiacciare con il grilletto sul piccolo zaino di Quill per ripristinare la sua salute.
Dentro il videogame
L’aspetto che lascia a bocca aperta in Moss è l’incredibile atmosfera che si respira. Sin dal primo istante in cui comincerete a sfogliare le pagine del libro che racconta l’avventura di Quill, vi sentirete immersi in un mondo magico, fuori dal tempo. Il merito va certamente ad una buona implementazione della VR, certo, ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza la cura che Polyarc ha impiegato nella realizzazione di ambientazioni uniche e splendidamente illustrate. Ogni area di gioco, quasi si trattasse di un diorama, presenta scenografie uniche e diversificate, così magistralmente disegnate che più di una volta vi fermerete ad ammirarle sognanti, per scuotervi soltanto ai cenni di Quill che vi invita a proseguire. Ed è questo sicuramente l’aspetto davvero straordinario di Moss: la capacità di trasportarvi in un mondo fiabesco, sconvolto da un male incombente, ma proprio per questo incredibilmente affascinante. Un mondo reso così realistico grazie all’utilizzo sapiente della realtà virtuale, che non vorreste lasciarlo mai. Alcune location anzi, resteranno per sempre impresse nella vostra mente, come i bellissimi colori tenui di una spiaggia all’alba, sulla cui costa giace l’armatura di un cavaliere solitario, o i colori accesi di Twilight Garden, un DLC gratuito e perfettamente integrato nell’avventura principale in cui vi ritroverete faccia a faccia con un rospo gigante e i suoi enigmi.
Dal punto di vista tecnico Polyarc ha migliorato non soltanto la resa visiva rispetto alla versione PSVR ma anche alcuni problemi con la telecamera che affliggevano la versione PlayStation. Nonostante qualche leggero problema di motion sickness, soprattutto nei cambi più repentini di visuale, l’esperienza è piuttosto confortevole e la sensazione di profondità e di spazio è davvero eccezionale.
Le animazioni di Quill, inoltre, sono una delle cose più tenere mai viste in un videogame. Quill infatti interagirà più volte con voi, ad esempio segnalandovi la strada da percorrere quando apparirete sperduti, esultando con voi per la risoluzione di un enigma oppure festeggiando la sconfitta di un avversario. Tutto questo, unitamente ad un eccellente comparto audio 3D e ad un ottimo doppiaggio, purtroppo solo in lingua inglese (nonostante siano presenti i sottotitoli in italiano, trovo ancora molto difficile seguire un testo scritto in VR), contribuisce a creare un legame con la piccola eroina che va al di là delle poche ore di durata del videogame. Ed è probabilmente questo l’unico aspetto negativo del titolo: nonostante il prezzo pieno, il gioco dura davvero poco anche per gli standard della VR. Certo ci si può intrattenere ammirando il meraviglioso paesaggio o ricercando tutti i collezionabili, piccole pergamene sparse nelle aree di gioco, ma l’intera avventura difficilmente vi porterà via più di 4-5 ore. Per fortuna il finale – tranquilli niente spoiler – è così aperto da lasciarci la matematica certezza che il viaggio con Quill sia appena iniziato.
Commento finale
Moss è una esperienza meravigliosa che scrive una pagina memorabile nello storytelling del medium videoludico. Il merito va sicuramente alla tecnologia VR ora finalmente matura anche per il grande pubblico, ma anche e soprattutto a Polyarc che ha saputo utilizzare questa tecnologia per ricreare un mondo meraviglioso, fantastico e incredibilmente realistico allo stesso tempo. Avremmo voluto che durasse di più certo, e non soltanto per lo straordinario legame che ci ha unito alla piccola Quill, ma questo non vi sia da ostacolo: se siete da poco entrati nel mondo della VR Moss è probabilmente il primo titolo che dovreste acquistare.