Un nuovo punto di riferimento tecnico per la VR
Red Matter 2 è l’ attesissimo sequel del celebre gioco di avventura in realtà virtuale sviluppato dal team spagnolo di Vertical Robot.
Il primo capitolo nel 2021 aveva rapidamente conquistato il cuore dei giocatori grazie ad una intrigante trama sci-fi, ambientata in un futuro distopico dominato da atmosfere suggestive in stile noir guerra fredda, esaltata da un comparto tecnico, che soprattutto su Quest 2, aveva fatto gridare al miracolo.
Con l’uscita di Red Matter 2 nel 2022 su PC e Quest 2, ancora una volta il titolo di Vertical Robot è salito agli onori della cronaca, non soltanto per alcune interesssanti introduzioni nel gameplay, ma questa volta perchè è diventato un simbolo di ciò che una attenta programmazione, la cura per il dettaglio e soprattutto una meticolosa ottimizzazione può produrre anche su un hardware considerato limitato come quello di Meta Quest 2.
Sul visore di Meta, infatti, Red Matter 2 è ad oggi considerato il titolo visivamente più bello da vedere e con queste premesse, il suo arrivo su PSVR 2 era attesissimo.
Dove eravamo rimasti
Nel primo capitolo di Red Matter, i giocatori vestivano i panni di un agente dell’intelligence inviato su una base sovietica abbandonata su una delle lune di Saturno, con il compito di scoprire cosa fosse successo ai suoi abitanti e di cosa si occupasse il misterioso progetto Red Matter. Attraverso l’uso di gadget high-tech e l’interazione con l’ambiente circostante, i giocatori hanno dovuto risolvere enigmi e puzzle per svelare i segreti nascosti della base e scoprire la verità dietro il progetto Red Matter, una verità che ci ha lasciati letteralmente a bocca aperta ma che lasciava davvero poco spazio ad un sequel.
Red Matter 2, invece, senza troppe forzature si apre in piena continuità con il primo capitolo, anzi espandendo quell’universo ed introducendo nuovi personaggi e ambientazioni che approfondiscono tanti aspetti del primo capitolo. Senza entrare troppo nel dettaglio per evitare spoiler, il giocatore dovrà ancora una volta mettere alla prova le proprie abilità investigative e di problem-solving per svelare i misteri che si celano dietro questa nuova avventura che prende il via con un misterioso segnale inviato da un personaggio che credevamo morto.
Se vi state a questo punto chiedendo se potete giocare Red Matter 2 senza aver preventivamente giocato il primo capitolo, la risposta è “Ni“. Il gioco mantiene una sua autonomia strutturale e narrativa rispetto al primo capitolo, ma è ovvio che senza aver giocato il primo vi perderete tanti dettagli, soprattutto durante la prima metà delle circa 6 ore di gioco necessarie per vedere i titoli di coda.
Gameplay: poche novità ma importanti
La prima grande novità di Red Matter 2 riguarda il gameplay, ora decisamente più vario rispetto al primo capitolo, ma in continuità rispetto alla formula originale del primo capitolo che aveva riscosso un enorme successo.
I giocatori avranno a disposizione i classici due ganci a quattro dita, già visti nel primo capitolo, che oltre a consentire al giocatore di interagire con gli oggetti, fungono anche da tool – factotum. Il gancio sinistro può essere utilizzato inoltre per sparare bengala luminosi, come scanner per tradurre i testi in cirillico in giro per la base, o ottenere infomazioni su particolari oggetti che incontreremo. Inoltre, il gancio possiede ora una sorta di connettore che può essere collegato ad alcuni terminali per hackerarli tramite un piccolo minigioco che vi chiede di individuare la corretta posizione di una sfera all’interno di uno spazio 3D.
Per la mano destra, invece, nel corso dell’avventura sbloccheremo una pistola laser che, oltre a fornirci uno strumento in più per la risoluzione di alcuni enigmi ambientali, sbloccherà la verità novità di gameplay di questo secondo capitolo, il gunfight.
Se nel primo capitolo, infatti, l’azione era esclusivamente incentrata sulla risoluzione di enigmi e sull’esplorazione, in questo sequel i giocatori si troveranno a dover affrontare, a partire dalla seconda metà del gioco, anche momenti di combattimento, che aggiungono varietà e intensità al gameplay.
Le sessioni di gun fight, pur non essendo mai prevalenti rispetto al resto dell’esperienza, sono ciò nonostante, anche piuttosto intense ed emozionanti. Così come pure le tante fasi di platforming in cui dovrete spostarvi utilizzando il vostro jetpack.
Sebbene le fasi action e quelle di platforming, siano una piacevole introduzione, è indubbio che il vero cuore pulsante della produzione Vertial Robot, siano gli enigmi e i puzzle ambientali.
Rispetto al primo capitolo, Red Matter 2 offre una serie di enigmi forse più semplici, ma decisamente stimolanti e ingegnosi, nel pieno rispetto della visione del team di sviluppo: offrire un gioco accessibile a chiunque che offra il giusto grado di ricompensa senza per questo richiedere doti alla Sherlock Holmes per la risoluzione degli enigmi.
La progressione della loro difficoltà è infatti un continuo crescendo nel corso dell’avvventura, senza sfociare mai in assurdi e astrusi rompicapo. Questo permette ai giocatori di mettere alla prova le proprie abilità di problem-solving e di ragionamento, rendendo l’esperienza di gioco ancora più gratificante, ma come dicevamo, senza appesantire il gameplay.
Opzioni comfort
Anziché al solito box come di solito facciamo con tutte le review, abbiamo deciso di dedicare alle opzioni comfort un breve paragrafo e questo perché è proprio qui che c’è l’unico piccolo difetto di un gameplay che altrimenti girerebbe come un orologio svizzero.
Il gioco permette di utilizzare, oltre al sistema di rotazione a scatto, due sistemi di movimento, quello continuo classico in cui ci si muove con lo stick analogico sinistro e si controlla la propulsione del jetpack con lo stick analogico destro, e il teletrasporto. Il gioco tuttavia sembra essere stato pensato esclusivamente per il movimento continuo mentre il teletrasporto sembrerebbe una aggiunta successiva. Quest’ultimo infatti, come rilevato anche da tanti utenti, “rompe” molte delle sezioni più action, tutte basate sul tempismo, sulla necessità di passare inosservati, sulla calibrazione del movimenti con il jetpack. Utilizzando il teletrasporto tutto ciò è assente, basta scegliere il punto in cui teletrasportarsi e il gioco è fatto, superando torrette, nemici e ostacoli che richiederebbero un minimo di pianificazione dei movimenti. Per questo il nostro consiglio è di affrontare il titolo assolutamente senza far ricorso a questa modalità di movimento, del resto l’ottimizzazione del titolo, di cui parleremo nel prossimo capitolo, permette di avere un framerate costante e di limitare al minimo ogni fenomeno di motion sickness.
Aspetto tecnico
E’ però, ancora una volta dal punto di vista tecnico che Red Matter 2 si conferma come un prodotto di assoluta eccellenza. La grafica in occasione dell’uscita su PSVR2 è stata ulteriormente migliorata, tant’è che più di una volta ci siamo chiesti se dal punto di vista tecnico questa versione non fosse addirittura superiore a quella PC, dove abbiamo giocato il titolo per la prima volta con una 3080ti.
Le texture sono incredibilmente dettagliate e l’illuminazione realistica contribuisce a creare un’atmosfera ancora più suggestiva e coinvolgente che fa anche uso del Ray Tracing, ovvero il calcolo in tempo reale della rifrazione luminosa.
La direzione artistica, ispirata alle spy story ambientate durante la guerra fredda, unita ad un sistema di illuminazione superbo, che fa ampio uso di riflessi ultra realistici, luci soffuse e ombre decisamente molto realistiche, fanno letteralmente gridare al miracolo, soprattutto se si considera la piattaforma (PS5) su cui tutto questo gira.
Il titolo mantiene agilmente i 120fps senza alcun fenomento di reprojection e questo ci ha fatto più di una volta dubitare che si tratti dello stesso motore di gioco (Unreal Engine 4) utilizzato per altre produzioni come Jedi Survivor o il recente Redfall, che non riesce a raggiungere i 60 FPS nemmeno su configurazioni monstre. Come è facile immaginare, il merito è anche dell’ottima implementazione del foveated rendering che, complice anche il ritmo più compassato dei movimenti del personaggio rispetto a giochi come Horizon Call of the Mountain, fa il suo lavoro senza in alcun modo essere notato, proprio come dovrebbe essere.
A tutto questo si aggiunge un level design curato nei minimi dettagli, con ambienti ricchi di oggetti e segreti da scoprire, che invitano il giocatore all’esplorazione e alla scoperta.
La colonna sonora è un altro elemento di spicco di Red Matter 2: le musiche originali e gli effetti sonori sono stati studiati per immergere il giocatore nell’ambientazione futuristica e distopica del gioco, accompagnandolo con maestria lungo le varie fasi dell’avventura.
L’unico neo di Red Matter 2 è l’assenza del doppiaggio in italiano, che potrebbe rappresentare un ostacolo per i giocatori meno avvezzi alla lingua inglese. Tuttavia, il gioco offre sottotitoli in italiano, che permettono comunque di seguire la trama senza troppi problemi.
Commento Finale
Red Matter 2 si conferma come un titolo immancabile per gli appassionati di avventure in realtà virtuale e per tutti coloro che avevano apprezzato il primo capitolo. L’esperienza di gioco è stata ulteriormente migliorata, grazie all’introduzione di nuove meccaniche di gameplay e all’evoluzione della trama, che si fa più profonda e coinvolgente. In generale, però i due capitoli sviluppati dal team spagnolo di Vertical Robot, sono un monumento a come dovrebbe essere ottimizzato e curato un gioco sotto il profilo tecnico, a come un team di sviluppo dovrebbe amare e curare il proprio prodotto, per offrirlo ai videogiocatori nella sua veste migliore.
Red Matter 2 è un’esperienza imperdibile per tutti gli appassionati di VR e un degno successore del primo capitolo. Vertical Robot ha saputo ascoltare il feedback dei giocatori e migliorare ulteriormente un prodotto già di per sé eccellente, creando un’avventura in realtà virtuale che lascerà il segno nel cuore e nella mente di chi avrà la fortuna di immergersi in questo affascinante e misterioso mondo.