Recensione Phantom: Covert Ops

Phantom Covert Ops

8 out of 10
Pro Ambientazioni eccezionali; Gameplay divertente; Disponibile in Cross purchase; Buona rigiocabilità grazie alle sfide e al free play; Contro Su Quest tecnicamente si poteva fare di più; Maggiore varietà non avrebbe guastato. In breve Phantom Covert Ops, sebbene non raggiunga il livello di alcune produzioni stealth disponibili per PC, è sicuramente tra i titoli di questo tipo più interessanti disponibili per VR. Il game design funziona, rendendo immersiva e realistica la sensazione di trovarsi a bordo di un Kayak in una missione di infiltrazione. L’atmosfera stealth che si respira, inoltre, ci ha entusiasmato a tal punto da farci superare una certa ripetitività del gameplay e un comparto tecnico non eccezionale. Se amate Metal Gear Solid e Splinter Cell, questo è un gioco che di sicuro apprezzerete.

Solid Snake e la gita in Kayak  

Disponibile per piattaforme Oculus con Cross Purchase. Versione testata Oculus Quest e Oculus Rift S.

No, state tranquilli non stiamo parlando dell’ultima trovata di Konami per  risollevare il brand Metal Gear dopo l’addio di Kojima, ma la frase rende perfettamente l’idea del concept che sta alla base della nuova esclusiva del publisher Oculus, disponibile per Oculus Quest e Oculus Rift S: Phantom: Covert Ops.  Il titolo, sviluppato dal talentuoso team di nDreams, già autore di alcune interessanti esperienze per la VR, si propone di portare nella VR l’esperienza e le atmosfere di giochi stealth classici, come Metal Gear e Syphon Filter, superando in maniera intelligente il principale ostacolo ad una immersività totale in VR, ovvero l’assenza del tracking delle gambe del giocatore.  

L’intero titolo di nDreams è infatti ambientato in una laguna e il nostro  protagonista si muove all’interno di essa esclusivamente a bordo di un Kayak militare. L’espediente di impedire il movimento delle gambe, limitando i movimenti solo a quelli possibili mentre si è a bordo di una imbarcazione come un Kayak, da un lato rappresenta un’intelligente tecnica per superare quella perdita di coinvolgimento che si prova quando ci si muove in VR usando lo stick analogico, e dall’altro ci obbliga ad aguzzare l’ingegno per trovare la soluzione migliore e più silenziosa per attraversare un checkpoint sorvegliato dalla milizia, nella consapevolezza che in un approccio frontale non avremmo di certo la meglio vista la nostra limitata mobilità. 

Certo non è la prima volta che un sistema del genere viene adottato, basti pensare al brillante Lone Echo e al suo spin off  Echo VR, dove l’espediente per il mancato uso delle gambe è rappresentato dall’assenza di gravità, ma è indubbio che la trovata del kayak sia quanto meno ingegnosa. Il nostro protagonista, Zero Two,  si sposta esclusivamente facendo affidamento sul suo Kayak militare e grazie alla potenza e al numero delle nostre pagaiate: nonostante sia un gioco piuttosto lineare, in cui ci viene richiesto praticamente soltanto di procedere lungo il percorso nella maniera più silenziosa possibile, superando checkpoint e sbarramenti che ciclicamente ci si presenteranno di fronte, non mancano alcuni momenti interessanti.

Nel passare da una copertura all’altra provando a non farsi notare dai nemici, che al livello di difficoltà intermedio sono piuttosto attenti, avremo la possibilità di tracciare i punti di interesse, gli elementi distruttibili in grado di creare diversivi e i nemici nell’area, grazie al nostro visore notturno che fa parte dell’equipaggiamento del nostro Kayak. Il Kayak dispone anche di un radar che ci segnala la presenza di nemici e il loro cono di visione, oltre al livello della nostra copertura tra “exposed” o “hidden”. Una volta individuata la via di fuga, potremo scegliere una strategia stealth, creando elementi di disturbo in grado di distrarre le guardie quanto basta per passare inosservati, oppure eliminare i nemici di guardia sperando che i compagni non trovino il corpo.  

Se verrete scoperti potrete provare a fuggire nascondendovi tra la vegetazione, ma nella gran parte dei casi ingaggiare uno scontro a fuoco non è la scelta migliore, come ci viene ricordato anche dalla voce amica del supporto tattico che ogni tanto ci darà consigli su come proseguire.  In Phantom Covert Ops uccidere è, e deve essere, la nostra ultima risorsa, nonostante il nostro kayak si equipaggiato con armi di tutto rispetto, come un fucile di precisione silenziato, un fucile d’assalto con silenziatore e una pistola naturalmente anche questa silenziata.

Più avanti avremo accesso anche ad un arco, per non farci mancare proprio nulla. L’intelligenza artificiale è davvero basilare, ma comunque adatta allo scopo, soprattutto nei livelli di difficoltà più alti: lo stato di allarme dei nemici, una volta scoperto ad esempio un cadavere, dura davvero pochi minuti, il che fa sorridere se si pensa che ci stiamo infiltrando in una base paramilitare segretissima e che la scoperta di un cadavere dovrebbe far saltare tutti sulla sedia. Tuttavia, come dicevamo, Phantom Covert Ops è un gioco in cui l’eliminazione dei nemici è davvero l’extrema ratio.

Nonostante le atmosfere molto suggestive e l’impostazione da stealth classico, trama e level design non appaiono particolarmente originali. Quanto alle prima ci troviamo di fronte ad un cliché piuttosto classico: il cattivo di turno sta organizzando una milizia privata in un sito già teatro di un bombardamento americano, al fine di preparare un colpo di stato e sovvertire il governo russo. A noi il compito di infiltrarci tra le fila nemiche ed eliminarlo. Quanto al secondo invece, una volta compresi nei primi minuti di gioco le meccaniche di base, le azioni da intraprendere si ripetono piuttosto spesso: scoperta una nuova area occorre segnalare con il nostro binocolo satellitare tutti i nemici, i possibili passaggi e gli elementi di distrazione. Un leggero diversivo arriva quando vengono sbloccati gli esplosivi e fanno la loro comparsa le camere di sicurezza ma di certo una maggiore diversificazione non avrebbe di certo nociuto.

Longevità e modalità di gioco

Quanto alla longevità oltre alla campagna principale che potrebbe tenervi occupati dalle 4 alle 6 ore, Phantom Covert Ops prevede anche le modalità Free Play e Challenges. Free Play vi consente di rigiocare ciascun livello e con l’equipaggiamento che sceglierete voi stessi, per migliorare il vostro punteggio che è determinato dal numero di volte che verrete scoperti; In questa modalità è anche possibile sbloccare alcuni cheats che aumentano o diminuiscono il grado di sfida, tra questi, big head mode, munizioni aggiuntive ecc. Ottenuto un punteggio alto nei singoli livelli, potrete avere accesso alle sfide, dei mini giochi come una corsa tra I diversi gates, oppure un tiro al bersaglio o una sfida ad uccidere tutti I nemici lungo il percorso. Sebbene si tratti di sfide che durano pochi minuti, alcune sono piuttosto divertenti e lasciateci dire che sebbene non faticoso come una reale corsa in kayak, pagaiare in questi giorni di caldo estremo vi farà sudare più di qualche camicia: ottimo per l’allenamento delle braccia.

Comfort di gioco e immersività

L’immersività di gioco, come abbiamo ricordato in apertura è davvero su livelli altissimi. Lo stratagemma del Kayak funziona e l’impressione è quella di trovarsi davvero a bordo di una piccola imbarcazione, immersi nel fitto di una vegetazione lagunare. I controlli rispondono in maniera piuttosto precisa ai movimenti e la possibilità di usare anche le rocce e la pagaia per spingersi verso il centro o per cambiare direzione, ha reso davvero realistica la nostra esperienza donando consistenza all’ambiente di gioco.

Dal punto di vista del comfort, dalle impostazioni è possibile scegliere tra due modalità di movimento. Tenendo premuto il pulsante A sul controller e remando, sarà infatti possibile ruotare la nostra imbarcazione di un certo numero di gradi (snap turn), oppure in maniera fluida (free locomotion). In nessuna delle due modalità abbiamo provato alcun motion sickness, complice anche il fatto che Phantom è una esperienza da seduti, tuttavia è indubbio che la modalità snap turn conferisca maggiore realismo al gameplay.

Grafica e sonoro

Dal punto di vista tecnico, non si può di certo gridare al miracolo. Nella versione Rift S, sebbene sia possibile scegliere fra tre diversi di dettaglio – low, medium, high – l’illuminazione, i modelli poligonali e le texture in bassa definizione, anche con impostazioni maxate, tradiscono la natura di gioco AA. Sono le atmosfere di gioco però, oltre ad una buona tecnica di illuminazione statica che nasconde qualche dettaglio non proprio perfetto, a salvare la situazione.

Su Oculus Quest, i modelli poligonali si fanno ancora più semplici e gran parte dei dettagli scompare; non ci si può aspettare molto di più dal semplice hardware di Oculus Quest e va bene così, tuttavia, il consiglio è di giocarlo in modalità Oculus Link, quindi sfruttando le funzionalità hardware del vostro PC.

Il gioco è infatti dotato della funzionalità cross purchase che vi permette di acquistare il titolo per Oculus Quest e di scaricarlo anche dallo store Oculus per Rift gratuitamente. Purtroppo il gioco non è compatibile con Virtual Desktop, quindi occorrerà necessariamente utilizzare un cavo compatibile con Oculus Link: trattandosi di una esperienza da seduti, tuttavia, questo non costituisce un gran problema.  Stesso discorso fatto per la parte grafica vale anche per la parte audio, aspetto sul quale francamente ci si poteva aspettare di più. Nonostante il gioco consigli l’utilizzo delle cuffie, non abbiamo mai davvero avvertito la differenza tra l’utilizzo di cuffie e l’utilizzo dell’audio integrato di Oculus Quest; forse una maggiore attenzione su questo aspetto avrebbe sicuramente contribuito a migliorare ulteriormente l’immersività.  Il gioco non è doppiato in italiano e non dispone di sottotitoli nella nostra lingua, ma solo in inglese. Sebbene non ci sia un granché da capire, tenetene conto se non masticate molto la lingua di Albione.

Consigliato ai nostalgici

Phantom Covert Ops, sebbene non raggiunga il livello di alcune produzioni stealth disponibili per PC, è sicuramente tra i titoli di questo tipo più interessanti disponibili per VR. Il game design funziona, rendendo immersiva e realistica la sensazione di trovarsi a bordo di un Kayak in una missione di infiltrazione. L’atmosfera stealth che si respira, inoltre, ci ha entusiasmato a tal punto da farci superare una certa ripetitività del gameplay e un comparto tecnico non eccezionale. Se amate Metal Gear Solid e Splinter Cell, questo è un gioco che di sicuro apprezzerete.

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