La VR come strumento per il benessere fisico e mentale, la nuova frontiera della realtà virtuale

La VR come strumento per superare la crisi COVID-19.

Questi mesi verranno ricordati per sempre nei libri di storia come i giorni in cui il mondo si è fermato. Il lockdown e il distanziamento sociale sono stati un evento di portata globale che probabilmente non ha precedenti nella storia dell’uomo e, come tutti gli avvenimenti di questa portata, le conseguenze sulla salute fisica e mentale delle persone sono un aspetto che verrà sicuramente indagato nei mesi a venire. Questi mesi, però, verranno anche ricordati dal punto di vista tecnologico come l’anno in cui la VR (intesa in senso lato come realtà virtuale e realtà aumentata) ha compiuto i più importanti passi in avanti in termini di adozione da parte del pubblico. Non più soltanto tech enthusiasts, ma anche persone comuni, hanno approfittato di questo periodo per acquistare nuovi visori, esperienze VR, giochi e via discorrendo. Il boom di questi dispositivi si deve probabilmente alla voglia di evasione delle persone “rinchiuse” in casa e, forse, anche alla necessità di praticare attività fisica in un momento in cui palestre, parchi, piscine sono stati necessariamente chiusi per contenere la diffusione del virus COVID-19.

Proprio per indagare sull’impatto dell’uso della realtà virtuale sul benessere fisico e mentale degli utenti durante il lockdown dovuto alla pandemia, il Dott. Alessandro Siani, docente in Biologia e Biochimica alla University Of Portsmouth, una eccellenza italiana emigrata all’estero, ma soprattutto un appassionato di tecnologia ed “early adopter” della realtà virtuale, sia in ambito ludico che didattico, ha avviato un’interessante ricerca. Coinvolgendo centinaia di utilizzatori della VR attraverso un breve questionario, il Dott. Siani vuole raccogliere le esperienze e le opinioni del pubblico riguardo all’uso della realtà virtuale in questo periodo unico e per tanti versi drammatico.

Proprio per l’attenzione al mondo della VR abbiamo deciso di intervistarlo per provare a capire come la realtà virtuale potrebbe rivoluzionare non soltanto il mondo del gaming, ma anche dell’healthcare e quali sono i possibili sbocchi della sua ricerca. Prima però una breve biografia del ricercatore.

Il Dott. Alessandro Siani ha conseguito una laurea in Biologia Generale ed Applicata e una laurea specialistica in Biologia Molecolare, entrambe con lode, presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e svolto attività di ricerca come tesista e borsista al Telethon Institute of Genetics and Medicine (TIGEM) di Napoli. Dal 2010 vive in Inghilterra, dove ha ottenuto un PhD in Scienze Mediche e Umane e il certificato di abilitazione all’insegnamento superiore (PGCE) presso la University of Manchester.

Dal 2016 lavora come docente in Biologia e Biochimica alla University Of Portsmouth.

Intervista del 29 maggio 2020

[message type=”info”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]4News[/blockquote]

“Dott. Siani innanzitutto grazie per aver accolto il nostro invito, noi di 4News crediamo moltissimo nella VR e nel ruolo che questa tecnologia svolgerà nei prossimi anni non solo nel settore gaming ma anche in quello business, come dimostrano le sempre più frequenti conference call in realtà virtuale che sempre più aziende stanno proponendo ai propri clienti e dipendenti. Prima di passare a parlare della sua ricerca, per rompere un po’ il ghiaccio vorrei chiederle come si è avvicinato al mondo della VR e qual è stato il suo primo visore e quale quello che utilizza attualmente.”[/message]

[message type=”success”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]Dott. Alessandro Siani[/blockquote]

“Sono stato un fervente appassionato di tecnologia e computer fin da bambino e sono anni che tengo d’occhio l’evoluzione della VR. Ho iniziato ad utilizzare i visori VR con regolarità due anni fa, quando mi sono aggiudicato un grant della University of Portsmouth per l’innovazione della didattica con un progetto basato proprio sulla realtà virtuale. Coi fondi del grant, ho acquisito alcuni visori “smartphone-powered” e Oculus GO, che ho usato per attività didattiche e soprattutto come demo per affascinare i futuri studenti durante gli Open Day del nostro dipartimento. Dal primo momento che l’ho usato, sono rimasto colpito dall’immersività e intuitività dell’Oculus GO e dal fatto che sia interamente wireless e “stand-alone”. L’unico problema del GO è che è ha solo 3 gradi di libertà (3DOF), il che ne limita fortemente l’utilizzo soprattutto per applicazioni che prevedono il libero movimento nello spazio. Quando ho sentito che Oculus stava sviluppando un nuovo visore stand-alone come il GO, ma questa volta dotato di movimento con 6 gradi di libertà (6DOF), ho pensato immediatamente di star assistendo a un passo fondamentale per l’adozione della VR da parte del pubblico. Avendone seguito gli sviluppi fin da quando è stato inizialmente annunciato come “Santa Cruz”, ho comprato un Oculus Quest (questa volta a mie spese e per uso personale) appena è stato messo in commercio, e da allora lo uso quasi quotidianamente.”[/message]

[message type=”info”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]4News[/blockquote]

“La sua ricerca potrebbe avere un ruolo fondamentale nell’healthcare. Vuole spiegarci di cosa si tratta e quali sono stati i motivi che l’hanno ispirata?”[/message]

[message type=”success”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]Dott. Alessandro Siani[/blockquote]

“La mia attività di ricerca si divide in due aree principali: una, più strettamente “biologica”, riguarda le basi molecolari e cellulari delle patologie umane. L’altra, di orientamento più socio-pedagogico, esplora strategie per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento delle materie scientifiche sia a livello universitario che scolastico, con un occhio di riguardo per l’applicazione di tecnologie moderne al contesto didattico. E’ in questo contesto che si inserisce il mio ultimo progetto di ricerca che mira ad investigare l’impatto dell’uso della realtà virtuale sul benessere fisico e mentale degli utenti durante il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19. Questo studio è stato ispirato proprio dall’osservazione che, paradossalmente, non mi sembrava di star subendo conseguenze negative della “reclusione” dovuta alla quarantena: nonostante l’isolamento, mi sentivo (e sento tuttora) in ottima forma sia da un punto di vista mentale che fisico. Una spiegazione plausibile è che, durante la quarantena, ho sostituito i 30-40 minuti di bicicletta che quotidianamente facevo per andare al lavoro con sessioni regolari di “fitness gaming” in VR. Ho iniziato a chiedermi se altri utenti, in altre parti del mondo, stessero vivendo esperienze analoghe. Qualche settimana fa ho condiviso queste osservazioni con la mia compagna, la quale mi ha dato l’idea di trasformare la mia curiosità in uno studio.”[/message]

[message type=”info”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]4News[/blockquote]

“So che siamo ancora in una fase preliminare in quanto il questionario non si è nemmeno ancora chiuso (in calce tutti i riferimenti), ma si è già fatto un’idea di quello che diranno le persone?”[/message]

[message type=”success”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]Dott. Alessandro Siani[/blockquote]

“Al momento non posso rivelare molto sui risultati visto che il questionario è ancora aperto e non vorrei influenzarne l’andamento. Posso solo dire che i dati preliminari sono molto promettenti, e spero di poter presto pubblicare questo studio sotto forma di articolo “peer-reviewed” in una rivista scientifica, che sarei lieto di condividere su questo sito.”[/message]

[message type=”info”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]4News[/blockquote]

“Gli smartphone, i videogames, i social network e, a maggior ragione, la VR e gli headset dedicati sono spesso accusati di isolare le persone. Ancor di più i visori, che mettendo uno schermo tra noi e il mondo esterno danno ancor di più la sensazione di tagliare fuori la persona dal contatto con gli altri. E’ davvero così? Cosa ne pensa lei?”[/message]

[message type=”success”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]Dott. Alessandro Siani[/blockquote]

“A costo di sembrare banale, il problema non è la tecnologia ma l’uso che se ne fa. Prendiamo l’esempio del web: internet ci ha consentito di cancellare le distanze ed avere accesso immediato a tutto lo scibile umano, e ciononostante molti utenti lo usano per seminare odio o sostenere che la Terra sia piatta e i vaccini facciano male. Gli smartphone ci consentono di essere connessi in ogni istante con amici e familiari dall’altra parte del pianeta, ma chiaramente stare incollati a un telefono durante una conversazione o una cena tra amici non è il massimo della vita.

Stesso discorso vale per la VR: mentre da un lato c’è sicuramente il rischio che aumenti l’isolamento e l’alienazione degli utenti (come d’altronde nel caso di TV, computer e smartphone), dall’altro sarebbe folle ignorare le enormi potenzialità che questa tecnologia ha, se usata correttamente. Pensate per esempio ad anziani, malati terminali o persone costrette a letto. Se usare la VR può consentire loro di visitare località esotiche, assistere a concerti o stare in uno spazio virtuale coi loro cari, potremmo smettere di pensare al visore VR come una barriera e invece considerarlo una finestra che consenta loro di accedere ad altre esperienze, persone e mondi.”[/message]

[message type=”info”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]4News[/blockquote]

“Che impatto potrebbe avere la sua ricerca sul mondo della salute pubblica?”[/message]

[message type=”success”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]Dott. Alessandro Siani[/blockquote]

“Questa ricerca, insieme a tanti altri studi in questo settore, potrebbe avere un ruolo molto importante nel fornire delle fondamenta teoriche e scientifiche su cui si possa basare l’attività di legislatori, politici e operatori socio-sanitari. Avere dati empirici sull’impatto della VR sul benessere psicofisico degli utenti durante la quarantena ci consentirà di sviluppare strategie per migliorare il benessere della popolazione non solo in caso di ulteriori lockdown futuri, ma anche di altre circostanze in cui parte della popolazione si trovi in condizioni di isolamento forzato.”[/message]

[message type=”info”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]4News[/blockquote]

“Come possiamo partecipare al sondaggio?”[/message]

[message type=”success”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]Dott. Alessandro Siani[/blockquote]

“Il questionario è in lingua inglese, anonimo e sarà accessibile fino a sabato 6 giugno 2020 a questo indirizzo: https://forms.gle/437SLYpmWzxmZ9T78. Per partecipare non è necessario essere in possesso di un dispositivo per la realtà virtuale: gli unici requisiti sono la maggiore età e la residenza in un territorio in cui sia stato imposto un lockdown, o comunque una restrizione al libero movimento, a causa della pandemia di Covid-19.”[/message]

[message type=”info”][blockquote size=”full” align=”left|right” byline=””]4News[/blockquote]

“La ringrazio infinitamente per il suo tempo, sono sicuro che sentiremo ancora parlare di questa ricerca e degli effetti della VR sulla salute delle persone. Noi ci auguriamo che siano tutti effetti positivi, ma ai posteri l’ardua sentenza.”[/message]

Per ulteriori dettagli sull’attività di ricerca e sulle pubblicazioni del Dott. Alessandro Siani, potete visitare i seguenti link:

ResearchGate: https://www.researchgate.net/profile/Alessandro_Siani

Google Scholar: https://scholar.google.co.uk/citations?user=AgmauBcAAAAJ&hl

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