Le persone che stanno usando visori per la realtà virtuale durante il lockdown si allenano con maggiore costanza e si sentono meglio, sia mentalmente che fisicamente.
Sono questi, in breve, i risultati di un nuovo studio condotto dall’Università di Portsmouth che ha esaminato l’uso della tecnologia VR in adulti di tutte le età provenienti da tutto il mondo. Si tratta di uno dei primi studi ad indagare l’impatto della VR durante il lockdown, ed anche il primo ad essere pubblicato sulla rivista Health and Technology.
I risultati emersi sono chiari: coloro che usano visori VR come un modo per passare il tempo durante l’isolamento, lo fanno non soltanto per giocare. Il gaming è sicuramente una delle attività principali, ma non l’unica. Gli utenti che hanno partecipato allo studio, infatti, hanno dichiarato che i visori vengono usati per fare esercizio fisico, per guardare film, per socializzare e persino per meditare.
L’autore principale dello studio, il dottor Alessandro Siani, della Scuola di Scienze Biologiche dell’università di Portsmouth, che abbiamo avuto il piacere di intervistare un anno fa, quando la sua ricerca era appena agli inizi, in merito ha dichiarato:
“La VR sembra aver avuto un impatto sorprendente e positivo sul benessere mentale e fisico delle persone durante i periodi di chiusura forzata. I partecipanti hanno riferito che l'”exer-gaming” utilizzando un visore VR ha portato a un’attività fisica molto più vigorosa di quella svolta utilizzando una console di gioco tradizionale. La stragrande maggioranza di loro ha anche detto che usare la VR ha avuto un effetto benefico sulla loro salute mentale”.
L’effetto benefico è stato così marcato che il dottor Siani suggerisce che la tecnologia potrebbe far parte dell’arsenale di strumenti e strategie utilizzati per migliorare la salute mentale e fisica degli utenti.
“La pandemia è stata uno spartiacque nella storia umana e ha avuto un drammatico impatto negativo sulla salute e il benessere delle persone.
“I lockdown hanno colpito persone di tutte le età a livello globale. L’isolamento e lo stress hanno portato ad un aumento del numero di persone che riportano stress, depressione, irritabilità, insonnia, paura, confusione, rabbia, frustrazione e noia. Allo stesso tempo, le chiusure hanno portato un costo enorme alla forma fisica delle persone, con palestre chiuse e accesso all’aria aperta strettamente limitato. Le conseguenze mentali e fisiche sono pesanti e non finiranno necessariamente quando le chiusure cesseranno. I governi di tutto il mondo stanno già affrontando o dovranno farlo presto, le conseguenze della pandemia sulla salute mentale e il benessere fisico dei cittadini”, ha dichiarto il dottor Siani.
I numeri dello studio
Lo studio ha esaminato l’uso della VR da parte di 646 persone di 47 paesi al culmine del primo lockdown, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 2020.
Mentre la maggior parte degli utenti ha usato il proprio dispositivo VR più spesso per il gioco immersivo, quasi lo stesso tempo è stato dedicato ad allenarsi attraverso la VR ed in ogni caso, gli allenamenti tramite visori VR erano praticati con più vigore e costanza rispetto a coloro che avevano una console di gioco senza capacità VR.
Una ricerca precedente aveva già mostrato che le persone che trascorrevano dieci minuti al giorno a guardare un video VR 3D a 360 gradi provavano meno ansia. Ora la ricerca di Siani pare aver confermato la stretta relazione che c’è tra VR e salute mentale e fisica.
I visori VR sono passati rapidamente dall’essere un gadget di nicchia per giocatori esperti di tecnologia, a diventare significativamente più economiche e molto più ampiamente utilizzate come intrattenimento domestico, nell’istruzione, negli affari e nella sanità.
La capacità di un utente che indossa un visore VR di muoversi liberamente, piuttosto che essere incollato a un divano, ha favorito la moda endenza del cosiddetto ‘exer-gaming’, ma il suo uso è cresciuto oltre il profilo del tipico giocatore, e i software per il fitness VR sono ora ampiamente utilizzati nella riabilitazione fisica e per gli anziani.
Tra gli intervistati, circa tre quarti hanno detto che il loro uso della VR è aumentato durante il lockdown. La maggior parte ha dichiarato che la stavano usando più per passare il tempo, mentre erano in isolamento. Quasi tutti – il 98% – usavano la VR per giocare per 1-4 ore al giorno. Circa il 75% l’ha usata per il fitness (per un tempo simile a quello dedicato al gioco); il 52% per socializzare; il 47% per guardare film; e il 37% per meditare.
La maggioranza ha dichiarato che le attività VR hanno dato loro un modo alternativo per tenersi in forma e attivi mentre sono a casa, e quasi tutti hanno detto che usare la tecnologia ha avuto un impatto positivo sulla loro salute mentale.
Sebbene, come lo stesso dr. Siani ci tiene a chiarire, questi siano solo studi preliminari basati sull’autovalutazione dei partecipanti, ulteriori studi che indagassero sull’effetto della VR in condizioni monitorate, potrebbero fornirci una visione più completa dei suoi benefici e magari offrire ai medici, agli psicologi e agli scienziati un nuovo mezzo per la salute mentale e fisica della popolazione – anche nel mondo post-Covid-19.