L’analista della supply chain Ming-Chi Kuo, noto per i suoi rapporti dettagliati sulle strategie di Apple, ha rivelato le presunte roadmap per i prossimi visori e occhiali intelligenti del colosso di Cupertino nei prossimi tre anni. Con un track record misto tra previsioni accurate e informazioni non verificatesi, le sue dichiarazioni offrono comunque uno sguardo affascinante sulle possibili evoluzioni del settore VR/AR made in Cupertino.
Vision Pro con chip M5 (2025)
Secondo l’analista, Apple sarebbe sul punto, nella seconda metà del 2025, di iniziare la produzione in massa di un Vision Pro aggiornato con il chip M5. L’analista sottolinea che, oltre al nuovo processore, le specifiche tecniche rimarranno sostanzialmente invariate rispetto all’attuale modello basato su M2.
L’attuale Vision Pro ha subito ritardi significativi rispetto ai piani iniziali di Apple, arrivando sul mercato quando i Mac con chip M3 erano già disponibili da mesi e poco prima del lancio dell’iPad Pro con M4. Se le prestazioni di M4 superano già di 4 volte la GPU di M2, come dichiarato da Apple, il salto con M5 potrebbe essere ancora più marcato.
Bloomberg ha riportato informazioni simili, suggerendo però che Apple potrebbe puntare anche su un design più leggero e un prezzo più accessibile, sebbene senza dettagli specifici.

Apple Vision Air (2027)
Il nome “Vision Pro” lascia presagire una versione più economica, e Kuo conferma che nel 2027 potrebbe debuttare l’Apple Vision Air. Questo visore, più leggero dell’attuale Vision Pro avrà un prezzo significativamente ridotto.
Il risparmio di peso e costo verrebbe ottenuto attraverso l’uso di un chipset della serie A (lo stesso previsto per iPhone 19 Pro), una riduzione dei sensori, materiali plastici al posto del vetro e magnesio invece dell’alluminio. Queste scelte coincidono con i report precedenti di Bloomberg, che ipotizzavano anche l’assenza del display lenticolare EyeSight (quello che mostra le “Persone” di Apple, recentemente migliorate in maniera incredibile), presente sul Vision Pro.
Nuovo Apple Vision Pro (2028)
Oltre all’aggiornamento intermedio con M5, Kuo anticipa un vero e proprio successore del Vision Pro per la fine del 2028. Questo modello “di nuova generazione” manterrà un chip M-series ma introdurrà un design completamente rinnovato, più leggero e con un prezzo inferiore rispetto all’attuale versione.
Occhiali intelligenti (2027)
Apple starebbe lavorando a occhiali smart in diretta concorrenza con i Ray-Ban Meta, dotati di fotocamere, microfoni, altoparlanti e funzionalità come chiamate, riproduzione musicale, traduzioni in tempo reale e navigazione. Alimentati da un chip dedicato basato sull’architettura efficiente degli S-series (simili a quelli degli Apple Watch), questi occhiali potrebbero entrare in produzione a metà 2027. Apple si aspetta di vendere milioni di unità dei suoi occhiali Smart, inaugurando una vera e propria tendenza simile a quella, appunto degli Apple Watch.
Occhiali AR “veri” (2028)
Il santo graal di Apple e Meta sono occhiali AR leggeri e discreti, capaci di integrare ologrammi nel mondo reale. Kuo afferma che Apple punta a lanciarli nel 2028, utilizzando display LCoS (simili a micro-LCD) con waveguide, tecnologia già impiegata in dispositivi come HoloLens e Magic Leap.
In parallelo, Apple starebbe sviluppando una nuova tecnologia promettente ma ancora difficile da produrre in massa, attualmente limitata a risoluzioni modeste (circa 480p). Nel frattempo, però, Meta sarebbe molto più avanti di Apple con i suoi Meta Celeste, e quindi l’arrivo di Cupertino potrebbe essere tardivo su un mercato già consolidato.
Conclusioni
Se le previsioni di Kuo fossero accurate, Apple concentrerà i suoi sforzi nei prossimi anni su un aggiornamento del Vision Pro (2025), seguito da un modello più accessibile (Vision Air, 2027) e occhiali smart. Il 2028 potrebbe invece segnare l’arrivo di un Vision Pro completamente nuovo e dei primi occhiali AR avanzati.
Tuttavia, è bene ricordare che le informazioni di Kuo, seppur basate su fonti della supply chain, non sempre si rivelano esatte e a volte contraddicono altri report autorevoli. Queste indiscrezioni vanno quindi interpretate come indicazioni di tendenza, più che come roadmap definitive.