In un fine 2024 e inizio 2025 particolarmente ricco per il gaming VR (Alien Rogue Incursion, Pirates VR Jolly Roger e Metro Awakening meritano tutte le vostre attenzioni) Arken Age si presenta come una delle prime grandi uscite dell’anno. Sviluppato da un team di soli quattro sviluppatori, i VitruviusVR, questo action-adventure sci-fi dimostra come anche uno studio indie possa realizzare esperienze VR di alto livello regalandoci un gioco completo, longevo, che rappresenta una summa delle best practices in campo VR Gaming.
Testato su SteamVR – PSVR 2
Il Mondo di Arken Age
Nei panni dell'”Untethered One”, un individuo appartenente ad una razza che nelle fattezze ricorda qualcosa a metà strada tra un Vortigaunt e un profeta Covenant, vi ritroverete nel Bio-Chasm, un mondo terraformato sull’orlo del collasso. La scomparsa del Grande Arborista, figura centrale nella storia, ha lasciato questo universo in balia del corrotto Hyperion e del suo esercito.

La narrazione, sebbene non particolarmente originale, viene arricchita da un efficace storytelling ambientale attraverso audio log e dettagli nascosti nel mondo di gioco.

Esplorazione e Movimento
Prima di parlare del sistema di combattimento, indubbiamente cuore pulsante dell’esperienza, vogliamo inziare parlandovi delle fasi esplorative che rappresentano davvero un elemento di grande importanza nell’economia di gioco. Il gioco presenta un level design davvero ben fatto, ricco di aree segrete da scoprire, aree da raggiungere scalando ed in generale una verticalità ben sfruttata, con aree che incoraggiano l’esplorazione tridimensionale. Tuttavia, la transizione tra le zone attraverso porte scorrevoli seguite da schermate di caricamento spezza un po’ il ritmo dell’esplorazione e fa un po’ troppo gioco retrò.

Il sistema di movimento rappresenta un altro punto forte dell’offerta ludica di Arken Age e denota una attenzione certosina a dettagli di Quality of Life che vorremmo fossero presenti in ogni gioco vr da qui in avanti. L’implementazione dei rampini per la scalata, per esempio, attivabili con un semplice movimento del polso mentre si tiene premuto il tasto di presa, risulta intuitiva e soddisfacente, così come pure la possibilità di poter mandare all’inventario più oggetti contemporaneamente semplicemente passandoci sopra con la pano e il grilletto premuti.
Anche l’aggancio gravitazionale che vi permette di afferrare oggetti lontani, modellato com’è su quello di Half Life Alyx, risulta assolutamente uno dei migliori provati in un gioco vr, dopo ovviamente il menzionato HL.

Il gioco include anche sezioni subacquee, dove è possibile nuotare sia utilizzando i controller analogici sia mimando i movimenti del nuoto con le braccia.
Progressione e Struttura delle Missioni
La campagna si sviluppa attraverso il Bio-Chasm, un mondo terraformato dove dovrete indagare sulla scomparsa del Grand Arborist. La struttura delle missioni alterna obiettivi principali a missioni secondarie, con un sistema di teleport tra le aree che facilita gli spostamenti. Per sbloccare nuovi punti di teleport, è necessario ripulire le zone dai nemici e completare specifici obiettivi.
Un aspetto che non ci è piaciuto riguarda la mancanza di chiari indicatori di missione sul tablet personale, che può causare momenti di disorientamento e soprattutto uno schema riassuntivo di alcune funzioni, per chi non è stato particolarmente attento durante il tutorial (durante la prima sessione di gioco , ad esempio abbiamo completamente dimeticato come recuperare gli schemi per la modifica delle nostre armi, facendo un po’ di casino con la nostra spada celeste. A proposito di tutorial, difficilmente ne troverete uno migliore in un gioco VR. Davvero da prendere ad esempio.
Sistema di Combattimento e Arsenale
Il sistema di combattimento di Arken Age brilla per la sua fisicità e versatilità.
Il gioco offre tre armi base: una spada energetica, una pistola leggera e un’arma pesante, ciascuna con caratteristiche uniche. La peculiarità sta nel sistema di ricarica basato su batterie invece di munizioni tradizionali: ogni arma richiede l’inserimento fisico di un power pack seguito da un’azione di caricamento, aggiungendo un livello di tatticismo al combattimento. Tuttavia se preferite una ricarica più veloce, potete automatizzare queste operazioni portando alla schiena la vostra arma e scuotendo l’arma per posizionare la batteria. I combattimenti all’arma bianca, pur non offrendo lo stesso grado di realismo osservato in titoli come Blade and Sorcery, sono comunque davvero estremamente soddisfacenti, permettendovi di effettuare uccisioni spettacolari, smembramenti e decapitazioni.

L’haptic feedback, particolarmente notevole su PSVR2, offre sensazioni tattili precise: il contraccolpo delle armi da fuoco è convincente, mentre il feedback della spada durante i parry trasmette una sensazione di impatto reale. Una meccanica interessante permette di rispedire al mittente le granate nemiche, aggiungendo un elemento di dinamicità agli scontri, mentre se siete molto precisi con le vostre armi da fuoco potreste anche colpire i raggi energetici avversari e scongiurare di essere colpiti.

Crafting e Personalizzazione
Abbiamo particolarmente apprezzato il variegato sistema di crafting che si articola attraverso diverse workstation sparse nel mondo di gioco. In sostanza, vi sono Stazioni di fusione per convertire gli oggetti in valuta, banchi di lavoro per la creazione di siringhe curative dai frutti alieni che possono essere raccolti e processati, e stazioni di modifica per personalizzare le armi.
La personalizzazione delle armi è profonda e significativa. Ogni mod può alterare radicalmente il comportamento dell’arma: la pistola può essere equipaggiata con mirini laser per maggiore precisione, o mentre l’arma pesante può essere trasformata da shotgun a una sorta di incrocio tra fucile di precisione e balestra, aggiungendo eventualmente anche un calcio per migliorarne la precisione, con effetti immediatamente visibili. Ogni modifica presenta pro e contro, richiedendo scelte strategiche basate sullo stile di gioco preferito.
Boss Fight e Varietà dei Nemici
Questa è forse l’area che mostra maggiori criticità. Il gioco presenta solo tre boss fight, di cui le prime due sono essenzialmente lo stesso boss con variazioni minime – principalmente nella resistenza e nel danno inflitto. Solo lo scontro finale offre meccaniche realmente innovative e una sfida appropriata.
L’IA dei nemici base mostra comportamenti interessanti ma altalenanti: da un lato i nemici utilizzano le coperture, passano dalle armi a distanza al combattimento ravvicinato in base alla posizione del giocatore, e tentano manovre di accerchiamento quando in gruppo. Tuttavia, sembrano disinteressarsi di voi, sino a quando non vi troverete ad una minima distanza da loro e questo anche se proprio a due passi si sta consumando una furiosa battaglia con dei loro “colleghi”. Inoltre la varietà dei nemici è limitata, con un riutilizzo frequente degli stessi modelli con variazioni cromatiche o di resistenza.

Le unità nemiche includono tiratori scelti a lungo raggio, unità che utilizzano attacchi con liane per immobilizzare il giocatore e poi colpirlo a distanza ravvicinata, nemici kamikaze che si trasformano in sfere esplosive e altre unità corazzate che richiedono strategie specifiche per essere sconfitte. Nonostante la varietà di attacchi, il design degli stessi ci si è sembrato po’ ripetitivo.
Comfort e Accessibilità
Il gioco offre un’ampia gamma di opzioni per il comfort:
– Movimento fluido o a scatti
– Vignettatura regolabile
– Modalità seduta con regolazione dell’altezza
– Opzioni per la rotazione smooth o snap
– Possibilità di personalizzare la posizione delle armi sul corpo
Contenuti e Longevità
La campagna principale richiede circa 10-14 ore per essere completata, con contenuti secondari che possono estendere l’esperienza oltre le 20 ore. Ogni area include:
- Reliquie verdi da distruggere
- Audio log da collezionare
- Tombe opzionali da esplorare
- Sfide combat wave in specifiche arene
La modalità New Game+ permette di ricominciare l’avventura mantenendo le armi potenziate, aggiungendo un motivo per tornare ad esplorare il Bio-Chasm.
Comparto tecnico
Abbiamo provato il gioco sia su PSVR 2 che su PC ed in entrambi i casi possiamo dirvi che il lavoro svolto da Vitruvius VR è davvero eccezionale se si considera le dimensioni del team di sviluppo.
La nostra prova su PCVR, effettuata con una Radeon 7900XT e processore 9800X3D ed utilizzando il visore PSVR2 con l’apposito accessorio originale, ha evidenziato un’ottimizzazione eccellente.
Il gioco mantiene una risoluzione di 3040×3040 pixel (sampling 100% da SteamVR con visore PS VR 2) e refresh rate costante a 120Hz (impostando su 120hz abbiamo notato un miglioramento anche nello stuttering, ma è un comportamento generale che stiamo registrando con tutti i giochi PCVR riprodotti tramite il visore di Sony). Il gioco gira insomma in maniera eccellente, regalando un’esperienza visiva davvero incredibile e sopratutto fluida.
Su PS5 Pro, il gioco offre due modalità distinte:
- Performance Mode: 90fps nativi con risoluzione 3040×2240
- Quality Mode: 60fps con reprojection e risoluzione 4000×4096
Entrambe le versioni supportano il dynamic foveated rendering, particolarmente efficace su PSVR2 grazie all’eye tracking, che viene utilizzato anche per migliorare la precisione della mira.

Dal punto di vista sonoro, non siamo di fronte alla più bella colonna sonora mai scritta e gli effetti sonori lasciano un po’ a desiderare, ma il doppiaggio, solo in inglese, è comunque buono e ben recitato. I sottotitoli in italiano sono presenti anche se molte volte questi non compaiono durante alcuni eventi fondamentali per la trama e per la continuazione della campagna, lasciandovi completametne spaesati se non conoscete a dovere la lingua inglese.

Commento finale
Arken Age è un titolo che abbiamo deciso di premiare con un voto che non troverete facilmente su queste pagine e che riserviamo a un limitatissimo numero di capolavori della VR. Pur non essendo un capolavoro assoluto come Alyx, Arken Age è un titolo che merita di essere giocato da tutti, non soltanto perchè è un gran bel gioco, divertetente e bello da vedere, che mette in pratica tutte le best practice della VR, ma soprattutto perchè è un titolo sviluppato da una piccolissima software house, con mezzi per forza di cose limitate. E’ insomma la dimostrazione che per realizzare giochi in VR non servono tanti soldi, ma buone idee e una dedizione assoluta ( per la cronaca è anche uno dei pochi titoli senza bug sin dal day one). Se la VR vi sta a cuore, non lasciatevelo sfuggire.






