Come è ormai noto, lo scorso 22 febbraio Sony ha reso disponibile il nuovo PlayStation VR2, il dispositivo di realtà virtuale che ha rinnovato e migliorato sotto ogni aspetto il suo predecessore rendendolo, di fatto, uno dei prodotti più validi della categoria (qui la nostra recensione, se volete approfondire questo aspetto).
Tuttavia, facendo un rapido bilancio a caldo, risultano ancora totalmente assenti dalle scene (in termini di annunci di giochi) i principali editori dell’industria, come ad esempio Ubisoft, Electronic Arts, Activision, ecc…
Indubbiamente la reazione delle terze parti è abbastanza curiosa, soprattutto dopo la volontà di Sony di puntare anima e corpo sul nuovissimo visore. Le spiegazioni possono essere le più disparate ovviamente, ma emerge un’indifferenza che fa presagire, di primo acchito, che le case di sviluppo più strutturate non considerino un palcoscenico allettante la realtà virtuale.
Cerchiamo di capire il perchè
Questo fattore è ulteriormente motivabile dal fatto che, per l’industria delle console casalinghe, la VR è ancora allo stadio embrionale, e che molti studi non vogliano investire energie e risorse per realizzare un prodotto in grado di generare vendite molto limitate (considerato anche il costo non indifferente di PlayStation VR2).
Si genera così un corto circuito per il quale gli editori non investono in prodotti per il visore a causa del basso bacino di utenti, i quali non sono a loro volta invogliati ad acquistare il dispositivo per la poca offerta ludica presente.
In aggiunta a questo Denny Unger, CEO di Cloudhead Games, ha affermato recentemente che la realtà virtuale rappresenta una sorta di minaccia per i publisher e gli studi di sviluppo, in quanto richiederebbe, qualora prendesse piede, dei cambiamenti sostanziali nel metodo di programmazione, oltre che nuove tecnologie professionali. L’ipotesi fa ovviamente rabbrividire gli editori del settore, ancora legati a doppio filo al mondo tradizionale dei videogiochi, che continua a registrare una grande crescita. Vien da sé la totale mancanza di volontà di approcciare il mondo VR, per cercare di mantenere lo status quo.
Quale sarà dunque il futuro di PlayStation VR2? Al momento è difficile dirlo, anche perché gli editori potrebbero dare segni di vita a breve, anche se il buongiorno non si è certo visto dal mattino. Indubbiamente in questa situazione saranno gli studi indipendenti (oltre ovviamente ai first Sony) a sbracciare più di tutti per tentare di emergere in un mare che, almeno per il momento, si percepisce più oscuro che mai.