Meta sta pensando ad un visore ultraleggero con unità di elaborazione esterna con prezzo sotto i 1000 dollari

Un nuovo approccio alla realtà virtuale

Meta sarebbe interessata al rilascio di un visore ultraleggero dotato di un’unità di elaborazione esterna (“puck”), simile a quello già visto su Apple Vision Pro (e che la stessa Meta aveva aspramente critica, salvo poi fare un passo indietro) il cui prezzo si attesterà – stando ai primi rumors – “al di sotto dei 1000 dollari”. L’headset, previsto per il 2026, rappresenta una deviazione significativa dai tradizionali visori standalone come i Quest, il cui prossimo aggiornamento potrebbe, quindi, slittare al 2027.

Design e specifiche tecniche

Il dispositivo, inizialmente noto con il nome in codice “Puffin”, è stato descritto come un sistema aperto che ricorda “un paio di occhiali voluminosi”, con un peso inferiore ai 110 grammi. Dotato di eye-tracking per l’interazione “gaze-and-pinch” (selezione tramite sguardo e pizzico), il visore sarà accompagnato da un’unità di calcolo esterna collegata via cavo. Sebbene The Wall Street Journal faccia riferimento a un diverso nome in codice (“Loma”), è comune per Meta utilizzare denominazioni multiple durante lo sviluppo, come avvenuto con il progetto Cambria (poi diventato Quest Pro).

Strategia di prezzo e varianti

La cifra indicata (<1000$) sembra riferirsi alla versione principale attualmente in valutazione, ma Meta sta testando diverse soluzioni di display con fasce di prezzo distinte. Le decisioni finali potrebbero subire modifiche prima del lancio effettivo, considerata la fase ancora esplorativa del progetto. L’approccio “premium” conferma l’intenzione di posizionare il prodotto come alternativa high-end rispetto ai modelli consumer esistenti.

Contenuti esclusivi e partnership

Parallelamente allo sviluppo hardware, Meta sta negoziando con colossi dell’intrattenimento come Disney e A24 per produrre “contenuti immersivi episodici e standalone basati su IP celebri”. Questa strategia si allinea con l’accordo pluriennale annunciato sei mesi fa con James Cameron, volto a potenziare l’offerta di video 3D su Horizon OS, il sistema operativo comune a tutti i visori Quest.

Un dispositivo ponte verso gli occhiali AR

Se confermato, questo visore potrebbe ridefinire gli standard di comfort nell’XR, bilanciando portabilità e potenza di calcolo. Restano però aperti interrogativi sulla reale adozione da parte del pubblico, data la natura ibrida del design e un prezzo comunque elevato rispetto ai dispositivi standalone. La mossa riflette comunque una precisa visione: anticipare l’evoluzione verso wearable sempre più discreti, senza rinunciare a prestazioni avanzate.

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